UN ANNO PASSATO INVANO Si ripete la pantomima dei rinvii di pochi giorni per scadenze impossibili anche a causa di COVID. (Gazzetta Tributaria Edizione 6/2021)

UN ANNO PASSATO INVANO Si ripete la pantomima dei rinvii di pochi giorni per scadenze impossibili anche a causa di COVID. (Gazzetta Tributaria Edizione 6/2021)

6 – Si ripete la pantomima dei rinvii di pochi giorni per scadenze impossibili anche a causa di COVID.

 

Nel marzo del 2020 (sembra un’eternità ma è solo un anno fa!) prendevamo contatto con i primi guasti da COVID e con le conseguenti catastrofi economiche: il famoso decreto n. 18 “ CURA ITALIA” del 17 marzo 2020 tra il resto proponeva una prima proroga delle scadenze fiscali di tre giorni probabilmente nell’attesa di comprendere le dimensioni dello sconquasso incipiente, ma pur sempre iniziava a creare un clima di incertezza e di provvisorietà per questi rinvii inadeguati e, ragionevolmente, da reiterare continuamente; la storia recente, poi, ci ha fatto perdere il conto dei rinnovi continui.

Già nel n. 8/2020 la Gazzetta Tributaria stigmatizzava l’approssimazione di provvedimenti assunti senza una visione generale e coerente della situazione (una proroga di tre giorni crea solo confusione!), ma la lezione non è servita al legislatore che per tutto il 2020 ha continuato a centellinare rinvii e spostamenti in avanti ora di pochi giorni, talora di un paio di mesi, senza avere il coraggio di assumere provvedimenti di più largo respiro come da più parti richiesto a gran voce.

Ancora si ripete che un rinvio di almeno un paio di anni delle scadenze tributarie, e successivamente una rateizzazione almeno biennale dello scaduto possono consentire all’imprenditore di formulare piani attendibili di riorganizzazione, mentre una pioggia di provvedimenti miopi e di corta portata come abbiamo assistito in tutto l’anno passata non fa che aumentare l’ansia e lo sconcerto.

Eppure la lezione non è servita, e anche in questi giorni incontriamo un rinvio di sette giorni di una scadenza dichiarativa (STS_ spese mediche), con un differimento microscopico che non può che provocare scontento e sconcerto.

I tempi del lockdown sono dilatati, le reazioni attenuate e quindi anche il contribuente (e il suo consulente) accettano e subiscono questo stillicidio di spostamenti, ma non si deve cessare di far sentire la voce di chi chiede un piano a medio termine per la programmazione di adempimenti e versamenti, senza dover ogni momento sperare – o temere – l’ennesimo differimento di scadenze.

Altrimenti un intero anno sarà passato invano e già siamo pronti a criticare la prevista proroga delle scadenze di cartelle e accertamenti che si preannuncia al 31 gennaio: arriveremo sino a giugno o questo è un sogno di una notte di mezza estate?

 

Gazzetta 6, 25/01/2021

 

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