SANZIONI E INTERESSI: PRESCRIZIONE QUINQUENNALE ORDINARIAMENTE (GazzettaTributaria n.36/2024)

SANZIONI E INTERESSI: PRESCRIZIONE QUINQUENNALE ORDINARIAMENTE (GazzettaTributaria n.36/2024)

36 – Con una limpida pronuncia viene ribadita la prescrizione quinquennale di sanzioni e interessi tributari, anche contro la pervicace ostinazione dell’ Agenzia delle Entrate Riscossione.

 

Tante volte abbiamo ribadito anche da queste colonne come vi sia una separazione tra i termini di prescrizione dei tributi e quelli riguardanti sanzioni e interessi relativi.

Pochi giorni fa la Corte di Cassazione è tornata sull’argomento con una ordinanza n. 4969 del 26 febbraio 2024 che merita di essere richiamata per la completa disanima della fattispecie, una sorta di riassunto delle pronunce precedenti (che abbracciano circa vent’anni) tutte concordi nel riconoscere la prescrizione breve.

La Corte ha ribadito che la prescrizione quinquennale prevista dall’art.20 del D.Lgs. 472 /97 per le sanzioni e genericamente dall’art.2948 del Codice Civile per gli interessi vale in modo assoluto, a meno che dette somme derivino da una sentenza passata in giudicato.

Solo una pronuncia giurisdizionale, infatti, trasforma la natura propria di sanzioni e interessi in un diritto di credito generale che soggiace alla “normale” prescrizione decennale.

L’ordinanza citata presenta una completa panoramica delle varie pronunce che la stessa Suprema Corte, anche a sezioni unite, ha reso nel tempo, tutte concordi nel sostenere la linea indicata: i tributi si prescrivono in dieci anni, gli accessori in cinque; eppure ancora oggi l’Agenzia resiste con controricorso alle giuste pretese del contribuente.

Forse la posizione di arroccamento sul maggior termine potrà ammorbidirsi se si considera che proprio in questi giorni il Ministero delle Finanze, per bocca del vice-ministro Maurizio Leo, ha sottolineato come l’Agenzia Riscossione abbia un termine quinquennale per procedere alla riscossione delle cartelle, decorso il quale il credito deve essere restituito all’ente mandante; questo potrebbe voler dire sottoporre a verifica quinquennale tutte le partite, e finalmente recepire la prescrizione per sanzioni e interessi, scaricando anche le segreterie delle Corti di Giustizia Tributaria di tante vertenze dalla conclusione scontata.

Magari, stante la concorde giurisprudenza che ricorda anche la Suprema Corte nell’ordinanza citata, potrebbe esservi motivo per una richiesta di autotutela obbligatoria (chiaro errore!).

Oppure dovremo continuare a recitare questo balletto rituale che vede la richiesta al contribuente, il ricorso per far valere la prescrizione e la condanna alle spese dell’Agenzia!

 

Gazzetta Tributaria 36, 15/03/2024

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