RITORNO…AL PASSATO! Le formalità antiche sono sempre più radicate nel mondo degli oneri dei contribuenti, e anche il Terzo Settore ne è travolto! (Gazzetta Tributaria Edizione 32/2021)

RITORNO…AL PASSATO! Le formalità antiche sono sempre più radicate nel mondo degli oneri dei contribuenti, e anche il Terzo Settore ne è travolto! (Gazzetta Tributaria Edizione 32/2021)

32 – Le formalità antiche sono sempre più radicate nel mondo degli oneri dei contribuenti, e anche il Terzo Settore ne è travolto!

 

Il 2021, a detta di tutti i rappresentanti del mondo politico e secondo le speranze dei cittadini deve essere l’anno della ripartenza, con l’approssimarsi dell’uscita dalla pandemia e la ripresa dell’economia e con i provvedimenti “recovery” che ci impongono sostanziali innovazioni e riforme.

Il mondo delle imposte in genere è quello che maggiormente necessita di adeguamenti, correzioni ed ammodernamenti, ma la strada appare ancora lunga!

Una delle imposte più antiche nel panorama globale appare l’imposta di bollo il cui solo nome ricorda fogli con il simbolo dello Stato, marche colorate, impronte e sigilli (non per nulla la guida dell’Agenzia pubblicata un mese fa ha in copertina l’immagine di ceralacca e punzone!), e tale imposta continua da imperversare con una fastidiosa presenza giustificata solo dalla necessità di procurare entrate che essendo unitariamente di scarso importo sono magari indifferenti!

L’occasione per lamentare la presenza di tale balzello è data dalla pubblicazione, nell’aprile 2021 di una guida ufficiale dell’Agenzia sul bollo sulle fatture elettroniche: una contraddizione in termini dato che la fattura elettronica per sua stessa essenza non esiste in forma fisica, e mettere il bollo su di un ectoplasma è impossibile!

Ma l’Agenzia è recidiva, perché con apposite risoluzioni ha anche stabilito che per i registri contabili elettronici (semplici files memorizzati) deve essere pagata ogni anno una tassa libri comprensiva di bollo che non ha alcun supporto fisico.

Eppure non ci si riesce a scrollare di dosso il mito, o l’incubo, della “bollatura come dimostrazione della presenza, o incombenza dello Stato esattore.

Quello Stato che ha stupito tutto il panorama degli addetti ai lavori affermando in una nota ufficiale del Ministero del Lavoro (ente vigilante) che per gli Enti del Terzo Settore la cui nascita ufficiale viene di volta in volta rinviata ma dovrebbe essere prossima, deve essere tenuto, vidimato e bollato il registro dei volontari che prestano attività non occasionale per l’ente (oltre tutto non è chiaro se il registro può essere tenuto in forma elettronica oppure solo cartaceo!).

La giustificazione per tale assurdo retaggio burocratico è sorprendente e desolante: il Ministero afferma che tale registro, previsto da una norma di oltre trent’anni fa per le associazioni di volontariato, non è stato espressamente escluso dal nuovo Codice del Terzo Settore e pertanto, in attesa dei decreti attuativi che tutti attendiamo, rimangono in vita le disposizioni precedenti, anche se farraginose e vessatorie.

Una espressa dichiarazione di prevalenza della forma burocratica sulla sostanza di un mondo che nasce in questi anni di spinta tecnologia ma che si scontra con i retaggi dell’ottocento!

Un gradevole film degli anni ‘70 era intitolato “Ritorno al Futuro”; stiamo assistendo ad un meno gradevole “Ritorno al Passato” che potrebbe rallentare quelle riforme di cui tutti sentiamo il bisogno.

 

Gazzetta 32, 04/06/2021

 

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