RIFORME DELLE NORME E TRASCORRERE DEL TEMPO: PER LA GIUSTIZIA TRIBUTARIA NON VALE. (Gazzetta Tributaria n.32/2023)

RIFORME DELLE NORME E TRASCORRERE DEL TEMPO: PER LA GIUSTIZIA TRIBUTARIA NON VALE. (Gazzetta Tributaria n.32/2023)

32 – Mentre il Ministero sente la necessità di aggiornare le norme la Giustizia Tributaria è ferma a tempi lontani.

 

 Lunedi 6 marzo l’avv. Maurizio Leo, viceministro delle Finanze con delega alla fiscalità ha annunciato a Milano l’imminente riforma di tutto l’impianto legislativo dell’imposizione diretta “perché sono trascorsi quasi vent’anni dalle ultime correzioni…”

Questo intervallo di tempo considerato eccessivo per il legislatore, evidentemente, non basta per il mondo della giustizia tributaria per risolvere i problemi, come dimostra una vertenza affrontata di recente dalla Cassazione, che per altro non chiude il cerchio.

Nel 1992 (oltre trent’anni fa!) un contribuente chiedeva il rimborso delle ritenute subite e non dovute in quanto beneficiario dell’esenzione legata al terremoto 1990 nella provincia di Catania.

Nei due giudizi di merito gli viene riconosciuto il diritto al rimborso, ma la sentenza di secondo grado è del 2020!

Forse le Corti Tributarie di Sicilia sono particolarmente intasate, ma quasi trent’anni per affrontare e risolvere nel merito una vertenza, che per altro sembrerebbe semplice ( o spettano i rimborsi oppure no!) sono un periodo decisamente patologico.

Tutto sommato è stata solerte la Corte di Cassazione, cui si è rivolta l’Agenzia, che in soli tre anni è arrivata all’ordinanza n. 5087 del 17/02/2023 che affronta il ricorso.

Ma, sorpresa, riconoscendo alcune ragioni dell’Agenzia la Corte ha cassato con rinvio l’impugnata sentenza, non mettendo la parola fine a questa querelle.

Non sappiamo chi abbia effettivamente ragione, ma rileviamo che ci vorranno almeno 35 anni (e sicuramente non basteranno!), per mettere una parola fine ad una richiesta di rimborso.

Non è così che si stabilisce un buon rapporto tra Contribuente e Amministrazione, quel rapporto in cui ciascuno si fida dell’altro e se non vi è accordo la questione viene risolte presto.

Attendere quasi due generazioni (!) per conoscere una pronuncia definitiva supera ogni previsione di giusto processo e di collaborazione e non fa che alimentare quella diffusa sfiducia che, cattiva consigliera, guasta anche le funzioni e le aspettative positive.

Oltre tutto, ironia della sorte, anche volendo, una vertenza del genere non poteva essere sanata con le forme agevolate della finanziaria 2023 in quanto si controverte su di un rimborso: quindi condannati ad esistere!

 

Gazzetta Tributaria 32, 08/03/2023

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