PROCESSO TRIBUTARIO: I DATI SEMBRANO IMMUTABILI! (Gazzetta Tributaria n.103/2023)

PROCESSO TRIBUTARIO: I DATI SEMBRANO IMMUTABILI! (Gazzetta Tributaria n.103/2023)

103 – La pubblicazione del rapporto trimestrale del secondo trimestre 2023 offre nuovi spunti di valutazione.

 

Come è noto a tutti i nostri amici la GAZZETTA TRIBUTARIA si rivolge con preferenza al mondo del contenzioso tributario, ribalta dell’attività dei suoi redattori, e forse può interessare ad alcuni lettori avere notizie dell’andamento quantitativo di tale settore.

Le dimensioni del contenzioso tributario italiano sono decisamente abnormi, tanto che con frequenza il legislatore, sia esso di simpatie moderate o progressiste, mette mano a provvedimenti di chiusura agevolata delle liti pendenti per cercare di smaltire quella massa di controversie che grava su tutta la Giustizia Italiana, ma come vedremo con scarsi risultati!

Nel 2019 vi è stato un provvedimento simile a quello della legge di bilancio 2023, emanata nel 2022 e che ancora ci interessa, dato che il primo versamento per la nuova chiusura della lite è previsto per il 2 ottobre.

Nell’arco di tre anni, quindi due tentativi di chiusura a saldo e stralcio delle liti fiscali pendenti hanno interessato lo sconfinato campo delle controversie vigenti, ma con risultati assolutamente scarsi!

Infatti le controversie giacenti presso le Corti Tributarie erano circa 270 mila nel giugno 2022 e sono 275 mila nel giugno 2023; i ricorsi pervenuti in primo grado nel secondo trimestre dell’anno sono cresciuti da 37 mila nel 2021 a 49 mila nel 2023.

Particolarmente quest’ultimo dato è significativo: ai fini dell’utilizzo della definizione agevolata portata dalla legge di bilancio 2023 la vertenza doveva esistere al 31 dicembre 2022; quindi i ricorsi presentati nel 2023 non hanno una valenza strumentale per usufruire della definizione, ma riguardano vere e proprie nuove controversie!

E la dimensione numerica dei nuovi ricorsi vuol anche dire che la mediazione non funziona, ma si deve giungere alla pronuncia del giudice.

Oltretutto è preoccupante rilevare che nel primo semestre del 2023 in primo grado sono stati presentati oltre 81 mila nuovi ricorsi ma ne sono stati definiti solo 70 mila; si sta ricreando un “monte vertenze” non definite che al ritmo del 20% annuo rischia di diventare una vera e propria valanga!

In appello i numeri sono più contenuti e abbastanza omogenei: vengono ricevuti e più o meno smaltiti circa 10 mila fascicoli a trimestre, con un arretrato da smaltire di circa 105 mila vertenze al 30 giugno 2023.

Anche qui vale la precedente considerazione: il contenzioso sembra vivere vita autonoma senza essere significativamente influenzato dall’esistenza e dalla operatività di provvedimenti di chiusura agevolata.

Rimane anche invariata nel tempo la percentuale di successi delle parti, sostanzialmente equivalente: l’Agenzia ha ragione quasi nel 50% delle vertenze; il contribuente ha ragione quasi nel 50% deli propri ricorsi; le percentuali sono simili, anche se marginalmente più favorevoli all’Agenzia, per le risultanze in secondo grado.

È un primato italiano, perché negli altri paesi della Unione Europea il contenzioso fiscale è essenzialmente amministrativo e una percentuale irrisoria di vertenze viene portata all’attenzione degli organi di giustizia; noi, con un totale di quasi trecentomila controversie pendenti rappresentiamo un unicum di cui non crediamo si debba essere fieri!

 

Gazzetta Tributaria 103, 28/09/2023

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