22 Mar POCHE IDEE MA CONFUSE! (Gazzetta Tributaria 26/2022)
26 – Anche la primavera 2022 porta la propria rivoluzione alle scadenze ed alle tempistiche della riscossione, con confusione totale del contribuente.
Sembra una era geologica fa, ma sono solo due anni che l’emergenza COVID ha sconvolto le cadenze usuali dei pagamenti tributari a seguito di cartelle e simili (rimangono stabili solo i versamenti diretti mensili o trimestrali).
Nel marzo 2020 venivano emanati i primi decreti urgenti di rinvio, ed a marzo 2022 siamo ancora in presenza di un decreto “Sostegni-ter” atteso alla conversione senza modifiche che cerca di ridisegnare un panorama praticabile (!) di scadenze tributarie con rinvii goccia a goccia.
Per i nostri lettori speriamo non troppo annoiati ridisegniamo per sommi capi i nuovi termini di pagamento, sottolineando che da tempo aleggia sul panorama globale delle cartelle di pagamento anche l’ipotesi di una nuova rottamazione, in attesa della globale (!) riforma della riscossione.
Intanto ricordiamo che il 31 marzo 2022 segna una svolta sui termini ordinari di pagamento delle cartelle: se notificate entro tale data potranno essere pagate a fine settembre (dilazione straordinaria a 180 giorni), ma dal 1° di aprile (e non è uno scherzo) il pagamento dovrà avvenire entro 60 giorni. Quindi le notifiche di aprile dovranno vedere il pagamento in giugno, e quelle della settimana precedente possono attendere sino all’autunno – discrasie dell’emergenza!
Tra fine di aprile e novembre sono scaglionati i termini per provvedere al saldo degli arretrati per i contribuenti “decaduti” da rottamazione ter e saldo e stralcio 2020 – 2022 – si è perso il conto deli ripetuti slittamenti.
Vi è una continua rincorsa a scadenze mobili per mantenere i benefici delle definizioni agevolate (abbuono di sanzioni e interessi, e non è poco!) per i contribuenti che anche a causa COVID non riescono a rispettare i termini di pagamento ed i vari piani a suo tempo attivati: eppure da tempo si va inutilmente sostenendo che questa corsa ad ostacoli è improduttiva e destabilizzante, mentre un piano pluriennale serio (spalmare il debito almeno su 5 anni!) avrebbe migliori possibilità di successo.
E’ conoscenza comune che chi non riesce a pagare le rate delle varie “saldo e stralcio” ben difficilmente anche in sede di esecuzione forzata potrà pagare il debito originario, maggiorato di sanzioni e interessi.
Ogni tanto come contentino si ricorda che l’Agenzia Riscossione concede una tolleranza aggiuntiva di cinque giorni alle singole scadenze, senza considerare che dall’inizio del periodo turbolento di giorni ne sono passati almeno settecento e tra COVID ed ora conflitto ucraino solo soluzioni di lungo termine possono avere una credibilità.
Invece si continua con la politica dei piccoli passi, spesso inutili e certamente contrari ad ogni ragionevole ipotesi di programmazione (altro che PNRR, il fisco pensa solo alla giornata e con idee confuse!).
Gazzetta 26, 22/03/2022
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