LE CAUSE FISCALI SONO INDIFFERENTI AI PROVVEDIMENTI DI SANATORIA E NON DIMINUISCONO! (Gazzetta Tributaria n.41/2024)

LE CAUSE FISCALI SONO INDIFFERENTI AI PROVVEDIMENTI DI SANATORIA E NON DIMINUISCONO! (Gazzetta Tributaria n.41/2024)

41 – Gli ultimi due anni hanno visto una produzione legislativa improntata al pragmatismo (rottamazione, definizione agevolata, saldo e stralcio ecc.) per alleggerire l’arretrato formale tributario, ma i macro-dati del contenzioso tributario non cambiano!

 

 Certamente i primi anni di questo decennio, che purtroppo inizia con la tragedia COVID, hanno visto un principio di “rivoluzione” nel mondo tributario con l’approvazione della legge delega sulla riforma, con le ipotesi di rottamazione e saldo e stralcio dell’arretrato di riscossione e con le procedure di definizione agevolata delle liti tributarie, il tutto nell’intento di dare un significativo “disboscamento” alla massa di arretrati che gravano sul Fisco italiano (e quindi sui contribuenti!).

Purtroppo dobbiamo registrare un sostanziale fallimento dello scopo indicato, perché la massa dei debiti tributari arretrati rimane intorno a 1.100 miliardi (in buona parte solo nominali) mentre la mole delle cause pendenti non presenta variazioni significative.

Proprio su questo argomento, particolarmente seguito dallo Studio Arrigoni, soffermiamo l’attenzione, perché la pubblicazione dei dati annuali 2023 (avvenuta il 20 marzo 2024) segnano un punto fermo in un settore che dovrà affrontare il 2024 con nuove regole (tra i testi unici in consultazione, in preparazione della riforma tributaria c’è anche il contenzioso).

Alla fine del 2022 il totale delle controversie pendenti nelle Corti di Giustizia era di circa 270mila cause; un anno dopo queste sono quasi 254mila, con una diminuzione quasi inavvertibile, circa il 6%, nonostante la definizione agevolata valida nel 2023.

In particolare si deve notare come nel 2023 il totale dei ricorsi pervenuti alle Corti di I° grado sia quasi il doppio di quelli pervenuti nel 2021(!).

In appello le cose vanno un po’ meglio, dato che a fronte di 36mila appelli pervenuti ne sono stati definiti quasi 53 mila, con un buon tasso di recupero dell’arretrato.

Lo stesso MEF, sorpreso, nota che oltre il 50% degli appelli proviene solo da Campania, Lazio e Sicilia! E la stessa ripartizione geografica troviamo nel frazionamento delle giacenze in secondo grado: su un totale di vertenze di circa 95mila cause ben 54mila sono di Sicilia, Puglia e Lazio.

Infine notiamo che rimane pressoché stabile la percentuale di successi dell’Agenzia (circa 47%) il che dimostra che nel 53% dei casi il contribuente ha avuto totalmente o parzialmente ragione

A fronte di queste cifre stride la valutazione dell’attribuzione delle spese di lite, che “normalmente” vengono compensate (nel 52% dei casi) creando una palese disparità dato che l’Agenzia interviene in giudizio con i propri funzionari mentre per il contribuente è obbligatorio il patrocinio professionale.

Con una massa di oltre 270 mila cause vi avrà un grande problema di gestione, dato che la riforma del processo prevede una diminuzione delle Corti e delle sezioni giudicanti.

Un bel compito per il vice ministro Maurizio Leo!

 

Gazzetta Tributaria 41, 28/03/2024

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