LA TRUFFA CORRE CON LA POSTA: LA FINTA RACCOMANDATA GIACENTE! (Gazzetta Tributaria n.68/2024)

LA TRUFFA CORRE CON LA POSTA: LA FINTA RACCOMANDATA GIACENTE! (Gazzetta Tributaria n.68/2024)

68 -L’Agenzia delle Entrate segnala un nuovo tentativo di phishing che questa volta si traveste da raccomandata del Fisco non consegnata.

  

La fantasia dei truffatori è senza limiti e la difesa non può abbassare la guardia neppure per un momento.

Arrivano nuove “esche” per indurre i contribuenti a scaricare programmi pirati che infettano i computer, e l’immagine è sempre di messaggi a contenuto fiscale.

Abbiamo ricordato (Gazzetta Tributaria n.134/2023 e n.62/2024) come vengano proposti finti rimborsi o finti debiti fiscali per indurre ad aprire le memorie dei computer; ora si utilizza l’ipotesi di una “raccomandata” inviata dall’Agenzia delle Entrate e non ritirata, che avrebbe ad oggetto una esecuzione di pignoramento.

FISCO OGGI del 29 maggio 2024, segnalando queste nuove truffe ricorda come l’Agenzia non invii raccomandate telematiche (che cosa sono?), e ci chiediamo come possa essere non ritirata una raccomandata telematica, dato che il sito del ricevente deve essere aperto.

Inoltre questa nuova ipotesi di raccomandata telematica da accettare è frutto della fantasia dei truffatori: la maggior parte dei cittadini, e pressoché tutti i contribuenti hanno un indirizzo PEC – in cui la comunicazione vale quale notifica e quindi ben più di una raccomandata – che è sempre aperto e che non richiede per la ricezione una espressa autorizzazione specifica o accettazione.

Il sito predisposto dai truffatori, invece, prevede in calce una barra che dovrebbe consentire di aprire lo pseudo atto: alla larga da tale esca!

Notiamo anche come gli atti di riscossione tributaria siano prerogativa dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma tale particolare non è stato percepito dai truffatori che sbagliando il mittente si riferiscono, invece, in generale all’Agenzia.

È indubbio che il fascino, o il timore, della comunicazione con il fisco è uno degli elementi su cui preferibilmente contano i malintenzionati che vogliono entrare nelle memorie elettroniche dei privati: non sappiamo se questo deriva da un particolare interesse per la materia fiscale ovvero da un malcelato senso di colpa perché “pagare le tasse” in genere non piace e ci si sente sempre in posizione precaria nei confronti delle imposte!

In ogni caso dobbiamo essere grati all’Agenzia per questa opera di segnalazione e per quanto possibile cercheremo di diffondere anche noi gli “alert” per questi assalti alla privacy del cittadino.

 

Gazzetta Tributaria 68, 29/05/2024

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