LA RELATIVITA’ DEL TEMPO E IL FISCO (Gazzetta Tributaria n.24/2023)

LA RELATIVITA’ DEL TEMPO E IL FISCO (Gazzetta Tributaria n.24/2023)

24 -A volte il concetto di due pesi e due misure appare particolarmente squilibrato nel mondo fiscale, con sanzioni a senso unico, ma la realtà ci propone esempi sorprendenti.

 

 

Quando oltre cento anni fa il mondo venne sconvolto dalla nuova concezione delle leggi della fisica e del tempo, nella teoria della relatività che fruttò ad Einstein il premio Nobel forse non si pensava che avrebbe avuto tanta applicazione nell’universo fiscale italiano.

Senza accorgercene ci siamo abituati ad un modello generale: il Decreto Mille Proroghe che ogni anno, oramai da oltre dieci, rinvia e modifica i termini di scadenza di principi ed adempimenti che, sino alla proroga, incombono sulle spalle dei contribuenti e dei loro consulenti è un’applicazione pratica della relatività.

In alcuni casi la proroga è inavvertibile, come quella della gestione Commissariale dell’emergenza (!) dovuta al Terremoto di Messina – centodieci anni fa, che si ripete come uno stanco balletto rituale; in altri casi è assolutamente sorprendente, come il rinvio della scadenza della comunicazione delle spese sanitarie, comunicazione prevista al 31 gennaio 2023.

Lasciamo in disparte l’efficacia di tale comunicazione: tutte le spese sono sostenute da soggetti che hanno un codice fiscale, che vengono registrati da registratori di cassa telematici, e basterebbe attingere alle rispettive memorie. Per altro siamo maestri nel complicare quanto potrebbe essere semplice.

Ma quanto suscita l’attenzione sorpresa del vostro notista è che la scadenza del 31 gennaio è stata prorogata con un provvedimento del Direttore dell’Agenzia, che occupa lo spazio di sette (7) pagine e che è stato emanato il 15 febbraio 2023

Due settimane dopo che era spirato il termine per queste comunicazioni!

I principi di collaborazione e buona fede impongono anche che vengano rispettate le affermazioni fatte, e che tali affermazioni siano formulate a ragion veduta: se un termine scade il 31 gennaio e qualche motivo impone di differirne la scadenza non è serio operare quindi giorni dopo che il termine è spirato!

Scendendo poi nello specifico rileviamo che questo provvedimento prolisso di rinvio porta la scadenza al 22 febbraio!

Viene costruita una struttura di attenzione, Fisco Oggi dedica pagine al provvedimento, qualcuno avrà redatto il decreto e il comunicato con dovizia di riferimenti e riscontri, per spostare un termine sostanzialmente di una settimana (emanato il 15 febbraio per far slittare tutto al 22 febbraio)

Ma allora la relatività di Einstein ritorna dopo cento anni a regnare sovrana: i termini sono variabili e una settimana può contare come un mese (la scadenza iniziale era il 31 gennaio), tanto da richiedere un decreto in sanatoria.

E dimentichiamoci di correttezza e buona fede, che non sono relative ma assolute.

 

 

Gazzetta Tributaria 24, 20/02/2023

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