IL FISCO COME PRODOTTO: QUALITA’ E GRADIMENTO (Gazzetta Tributaria n.73/2023)

IL FISCO COME PRODOTTO: QUALITA’ E GRADIMENTO (Gazzetta Tributaria n.73/2023)

73 – La pubblicazione del rapporto della Corte dei Conti sulle entrate tributarie propone dubbi sull’efficacia dell’azione.

  È oggi comparso, sulla stampa specializzata, il rapporto della Corte dei Conti sul bilancio dello Stato 2022, con una approvazione generale ma una serie di considerazioni sulla qualità e sulla efficacia di talune politiche fiscali che meritano d’essere commentate, anche perché già anticipate dalla GAZZETTA TRIBUTARIA.

Viene sottolineato come l’effetto annuncio di condoni e sanatorie se da un lato consente di presentare bilanci statali sostenibili con riguardo alla stima delle entrate si scontra con la realtà di risultati deludenti.

Viene ricordato che i provvedimenti tra il 2016 e il 2018 che avrebbero dovuto produrre oltre 53 miliardi di incassi ne hanno effettivamente realizzati circa 20, con uno scostamento negativo di -62%.

Pare che la grande maggioranza dei contribuenti abbia presentato la domanda di sanatoria per rottamazione e versato solo la prima rata, per poi omettere i versamenti successivi.

In questo modo dovrà essere riattivata la procedura di riscossione coattiva con costi e difficoltà ben note, tanto che a fine 2022 il monte dei crediti (cartelle) non riscosso superava le migliaia di miliardi necessitando quindi di una ulteriore rottamazione con cui ci si confronta in questi giorni!

Ma alla base di questo (pur comprendendo le ragioni di difficoltà straordinarie ex COVID, un’economia non florida e simili) vi è anche un deteriorato rapporto tra Amministrazione e Contribuente, come da ultimo abbiamo segnalato anche nella GAZZETTA TRIBUTARIA n.72/23.

Metà degli atti di accertamento o riscossione impugnati non sono confermati dalle Corti Tributarie; quindi il contribuente si fida poco di un sistema che dovrebbe essere per antonomasia corretto ma è fallace almeno nella metà dei casi; lo Statuto del Contribuente afferma principi sacrosanti ma è il più delle volte disatteso; il clima è di perpetua guerra a Guardie e Ladri, mentre nel rapporto tributario non devono esserci né le prime né i secondi.

Certamente, come ci ricorda la Corte dei Conti il ripetersi di condoni e sanatorie aumenta le disparità e potrebbe portare ad ulteriori iniquità, ma dobbiamo portare fiducia che l’imminente riforma tributaria possa ricreare quel clima di fiducia essenziale per una corretta vita civile, non fosse altro perché il passato è oramai cristallizzato in dimensioni squilibrate.

Le imposte vanno pagate, non solo perché è scritto nella Costituzione ma perché è uno dei capisaldi della vita sociale, ma debbono essere pagate senza eccessi sia impositivi che esattivi e con un proficuo dialogo: i tanti inviti al contradditorio preventivo da parte dei migliori cultori del diritto tributario non sono altro che un appello in tal senso.

Sappiamo che è difficile che venga espresso un gradimento verso il Fisco, ma la pretesa che sia corretto è già una espressione positiva; invece la qualità dell’azione fiscale dipende essenzialmente dalle strutture dell’Agenzia, e sino a che uno degli indici di produttività sarà legato all’ammontare nominale degli accertamenti notificati (e non a quanto definitivamente deciso, mediamente la metà!) non sarà facile apprezzare la qualità degli atti.

Eppure da buoni cittadini che amano la Nazione continuiamo a sperare in un modo migliore, con meno condoni e più dialogo.

Gazzetta Tributaria 73, 29/06/2023

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