IL BALLETTO DELLA RISCOSSIONE – UN DISCO ROTTO! Dopo la conversione del decreto Sostegni-bis rifacciamo il punto sulla situazione, quanto mai variabile, della riscossione dei tributi. (Gazzetta Tributaria Edizione 46/2021)

IL BALLETTO DELLA RISCOSSIONE – UN DISCO ROTTO! Dopo la conversione del decreto Sostegni-bis rifacciamo il punto sulla situazione, quanto mai variabile, della riscossione dei tributi. (Gazzetta Tributaria Edizione 46/2021)

46 – Dopo la conversione del decreto Sostegni-bis rifacciamo il punto sulla situazione, quanto mai variabile, della riscossione dei tributi.

 

Nell’anno delle celebrazioni Dantesche per il 500° anniversario dobbiamo essere grati al Parlamento che ci permette di ripassare anche il settimo canto della Divina Commedia, Inferno, dove vengono ricordate le fatiche di Sisifo, che cerca sempre di raggiungere la meta e questa sfugge!

Così è lo spirito di chi cerca di venire a capo del rebus delle scadenze della riscossione e da quasi un anno e mezzo si dibatte tra termini labili, date mobili e continue modifiche delle norme del gioco.

Proviamo, per precisione nell’impegno di rendere abbordabile il complesso mondo tributario, a formulare nuovamente un quadro della situazione della riscossione di cartelle, avvisi e simili alla luce delle ultime modifiche, ricordando che l’ingorgo che si delinea toglie certezza alle date che saranno di seguito elencate (ne abbiamo trattato da ultimo nel n. 42/2021 della Gazzetta Tributaria)!

La legge di conversione del decreto Sostegni-bis è la legge n.106/2021, pubblicata sulla G.U. del 24 luglio 2021, e da tale data sono state rimescolate le date di scadenza dei vari pagamenti tributari nel 2021 (e forse non solo per il 2021).

Intanto i saldi risultanti dalle dichiarazioni dei redditi Unico 2021, compresi i contributi commercianti, per i soggetti “ISA”, in genere imprese non grandi e professionisti, scadranno il 15 settembre 2021, rispetto alla scadenza iniziale del 30 giugno poi slittata al 20 luglio.

Rimane il dubbio sulla possibilità di effettuare il versamento entro i trenta giorni successivi con la maggiorazione dello 0,4% (che dal punto di vista finanziario è penalizzante, dato che il mercato oggi quota i prestiti tra l’1,5 e il 3% annuo, mentre il Fisco pretende il 4,8%, sempre in ragione d’anno!).

Il cielo tributario è gravato di consistenti nubi rappresentate dalle cartelle di pagamento, avvisi bonari e intimazioni che sono state emesse, ovvero sono venute a scadenza dal febbraio 2020 (inizio del periodo eccezionale) ad ora.

Rottamazione ter

Ad oggi, ma la materia è decisamente magmatica e cambia forma ogni settimana, le rate 2020 non pagate vengono spalmate nel 2021 con una sequenza mensile (non consueta nei pagamenti tributari che in genere ragiona di bimestri) a partire dalla fine di luglio 2021; per queste scadenze viene espressamente prevista la tolleranza di cinque giorni dalla scadenza, con l’ulteriore avvertenza che sabato e domenica sono giorni “neutri” e quindi per esempio la scadenza del 31 luglio slitta sino al 9 agosto.

Le rate non pagate ma di pertinenza del 2021 stesso devono essere comunque saldate entro il 30 novembre 2021 (sempre con l’eventuale rinvio di cinque giorni).

Saldo e stralcio

Il questo caso la disposizione si occupa della rata scaduta il 31 marzo 2020, che dovrà essere saldata al 31 luglio 2021, e 31 luglio 2020 che richiede il pagamento al 30 settembre 2021.

Le rate del 2021 potranno essere pagate insieme al 30 novembre 2021; anche per il saldo e stralcio è applicabile il termine di grazia di cinque giorni.

Quindi il nostro contribuente che vuole mettersi in regola deve cominciare a versare al 15 settembre (saldi dichiarazione e accessori), per avere un doppio pagamento al 30 settembre (saldo e stralcio e rottamazione) e un pagamento complessivo di chiusura per le rate di cartelle al 30 novembre, tralasciando passaggi intermedi minori e ricordando che sempre al 30 novembre deve essere versato il secondo acconto delle imposte sui redditi.

Per complicare le valutazioni si aggiunge il provvedimento “bonus 5.000 euro” che promette la cancellazione automatica delle cartelle emesse sino al 2010 che residuano per un importo di 5.000 euro e che si riferiscono a persone fisiche con un indice ISE inferiore a 30mila euro.

Tale cancellazione può riguardare anche partite inserite nei vari provvedimenti di rottamazione e simili, ma l’annullamento della singola partita non potrà essere disposto prima del mese di novembre, a seguito di un decreto ministeriale di attuazione valido da fine ottobre; nel frattempo il nostro contribuente ligio avrà pagato le rate luglio, agosto, settembre e ottobre che magari comprendono quote delle cartelle che saranno poi cancellate, e non potrà richiedere il rimborso.

Forse i vari settori dell’Agenzia non brillano per coordinamento, ed a farne le spese è sempre il contribuente, ma questa lamentela sembra un disco rotto!

 

Gazzetta 46, 27/07/2021

 

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