ESERCIZIO ABUSIVO DI UNA PROFESSIONE: SI PAGANO PIU’ TASSE! ( Gazzetta Tributaria n.74/2022)

ESERCIZIO ABUSIVO DI UNA PROFESSIONE: SI PAGANO PIU’ TASSE! ( Gazzetta Tributaria n.74/2022)

74-Esercitare una professione senza averne i titoli produce un reddito assimilato al reddito d’impresa, con tutte le maggiori tassazioni.

 

 

Due recenti pronunce della Corte di Cassazione (n. 21960 e 21961 del 12 luglio 2022, pronunciate nei confronti della stessa parte) affrontano la rilevanza fiscale dell’esercizio abusivo di una professione regolamentata affermando un principio che può essere considerato generale.

Un contribuente, dentista abusivo, era stato accertato per una pluralità di anni, tassando il reddito come attività d’impresa, e anche la Cassazione ha confermato questo assunto condannandolo a rilevanti spese legali.

Una attività pseudo professionale abusiva non genera, a seguito della mancanza della necessaria abilitazione un reddito professionale ma un reddito assimilato al reddito d’impresa, con la conseguenza, tra l’altro, che le presunzioni di rilevanza fiscale di prelievi e depositi bancari, se non documentati e dimostrati, divengano componenti di reddito.

Ragionando a contrariis, quindi, una attività abusiva non può generare reddito di lavoro autonomo, ma la mancanza della necessaria abilitazione fa configurare un reddito d’impresa, perché la legge limita all’esercizio legittimo delle professioni protette il regime della tassazione professionale.

L’Agenzia, quindi, sembra sostituirsi all’Ordine professionale nel difendere i professionisti abilitati contro la presenza dei “senza titolo” applicando a questi ultimi la tassazione quale impresa, con conseguente non di poco conto: imputazione per competenza e non per cassa; applicazione delle presunzioni di ricavi occulti dai movimenti bancari, necessità di scritture contabili più complesse e così via.

 

 

Espressamente la sentenza 21960 afferma: ”Non è configurabile un reddito da libero professionista in assenza di titolo abilitativo idoneo all’esercizio della professione intellettuale o liberamente regolamentata” facendo prevedere una vita grama ai tanti soggetti che cercano una scorciatoia rispetto alla complessità ed alla formalità di un mondo con Ordini Professionali, esami abilitativi e obbligo di aggiornamento.

Speriamo, in difesa degli Ordini tradizionali, che questo comportamento fiscalmente penalizzante venga esteso a tutti i casi di esercizio abusivo di una professione – e quella di Dottore Commercialista è tra le più aggredite!

 

 

Gazzetta 74, 31/08/2022

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