EINSTEIN E IL TEMPO TRIBUTARIO: UN COMPLEMENTO ALLA TEORIA DELLA RELATIVITA’ (Gazzetta Tributaria n.52/2023)

EINSTEIN E IL TEMPO TRIBUTARIO: UN COMPLEMENTO ALLA TEORIA DELLA RELATIVITA’ (Gazzetta Tributaria n.52/2023)

52-La successione di accadimenti vari nel processo tributario rende il tempo elastico e variabile come nella teoria di Albert Einstein.

 Il processo tributario, come molti lettori sanno, è oramai improntato all’applicazione spinta della tecnica elettronica, essendo scomparse notifiche, ricorsi e documenti cartacei, bolli, raccomandate e cartoline di ritorno tutto sostituito da file e programmi.

Tutto deve nascere digitale, viene trasferito alle Segreterie delle Corti di Giustizia tramite la Centrale Informatica SIGIT e sono scomparse le formalità fisiche del passato, compresa la firma degli atti.

Tutti gli atti che vengono prodotti o scambiati devono essere “firmati digitalmente” con l’utilizzo di un apposito programma di certificazione che consente di attestare che quel certo atto proviene da quel certo professionista; anche questa attestazione ha una durata limitata e deve essere periodicamente rinnovata.

Nel processo tributario l’atto introduttivo, il ricorso, viene notificato dal contribuente a controparte ma, se la controversia è di valore inferiore a cinquantamila euro non può essere iscritto a ruolo in cancelleria se non dopo tre mesi (mediazione obbligatoria).

E’ successo che in questo intervallo – tre mesi – fosse necessario rinnovare la certificazione della firma digitale ed ecco la sorpresa: il nuovo certificato non riconosce quello precedente e la normale successione degli atti nel tempo compie salti e giravolte, per cui tutti gli atti devono rinascere con la firma rinnovata ovvero devono forzatamente dilatare la precedente scadenza.

Eppure il professionista che ha firmato tutti gli atti è sempre lo stesso, la sua iscrizione all’albo non è mutata e solo quel tempo obbligatorio di mediazione non gli hanno consentito di procedere in scioltezza ma anzi hanno cambiato, fittiziamente, la realtà.

Quando Albert Einstein ipotizzava un tempo elastico che variava sia nella percezione che nella dimensione forse, con la preveggenza dei geni, immaginava il processo tributario in cui il tempo, e le necessità di certificazione, variano a seconda dei comportamenti e non sono una dimensione fissa.

O forse la variazione del tempo deriva dalla improvvida codifica di momenti separati in una semplice situazione di rinnovo di contratti continuativi!

La leggerezza dei programmatori pubblici rende più complesso lo svolgimento delle attività nel tempo, anche se Einstein voleva codificarlo come componente variabile della realtà!

Gazzetta Tributaria 52, 10/05/2023

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