DIETRO IL SIPARIO DEL PROCESSO TRIBUTARIO (Gazzetta Tributaria n.71/2023)

DIETRO IL SIPARIO DEL PROCESSO TRIBUTARIO (Gazzetta Tributaria n.71/2023)

71-Un commento al complesso mondo della Giustizia Tributaria che ha riferito, in questi giorni, il consuntivo 2022.

I nostri lettori sanno (almeno speriamo!) che siamo specializzati nel contenzioso tributario, che è una particolare sezione della giustizia processuale, con un proprio codice di rito, propri organi giudicanti (LE CORTI DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA), propri magistrati e quindi un complesso mondo generalmente ignoto.

L’occasione della pubblicazione del rapporto annuale 2022 suggerisce di fornire un po’ di dati spesso trascurato o travisati.

Intanto la massa delle vertenze: in un anno sono state incardinate quasi 190mila controversie, ne sono state decise altrettante e vi è una massa critica di cause pendenti pari a quasi 270mila (sono cifre stratosferiche, neppure nel rito del lavoro che è più “popolare” si sfiorano dimensioni simili).

E non dimentichiamo che in Cassazione pendono circa 45mila ricorsI, e sono sostanzialmente tutti concentrati sulla Quinta Sezione (con l’apporto di metà della Sesta!), un carico veramente imponente e soffocante!

In sostanza le Corti tributarie hanno una giacenza di circa 330mila pendenze; vedremo dopo la recente rottamazione e definizione agevolata ma anche un intervento importante non potrà azzerare questa massa critica.

Si conferma una tendenza già verificata in passato: l’Agenzia ha ragione solo nel 50% delle vertenze, e nell’altra metà risulta totalmente o parzialmente soccombente!

Sorprendentemente quindi questo vuol dire che solo metà degli atti emanati dall’Agenzia sono corretti, e quindi che il contribuente che sappia difendersi professionalmente ha buone probabilità di vedere apprezzate le proprie ragioni.

Abbiamo già espresso da queste pagine la nostra perplessità per le migliaia di atti di accertamento e/o riscossione che appaiono deboli, e che vengono cancellati dalle Corti Tributarie: ci avevano insegnato che la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere un “asettico” esecutore delle varie norme, e non un “birichino” che tenta di esigere anche quello che non è dovuto, e quando viene sorpreso soccombe!

La struttura geografica delle Corti Tributarie è legata alle peculiarità della nostra Nazione, ma dispiace riscontrare che 8 Corti di Giustizia di I° Grado (tutte del Sud salvo Milano) abbiano la giacenza del 52% dei ricorsi, e 3 Corti di II° Grado – Sicilia, Puglia e Lazio hanno in carico il 57% degli appelli totali!

Si rileva anche un fenomeno incomprensibile: la produttività dei giudici tributari era più alta durante black out Covid e sta scemando!

Prepariamoci ad una significativa modifica del panorama della Giustizia Tributaria in quanto vi sono Corti di Primo Grado che non ricevono neppure un ricorso al giorno, e Corti che ne ricevono venti o trenta!

Il processo Tributario è ora totalmente telematico, e lo scambio di memorie, comparse e documenti non avviene con la consegna cartacea ma con file gestiti dal SIGIT, cugino più affidabile della famigerata SOGEI che inventa le dichiarazioni dei redditi; se gli strumenti operativi sono efficienti è solo la volontà dei singoli che rende la macchina tanto farraginosa e dilata i tempi: non è sorprendente discutere in Corte di Cassazione vertenze che traggono origine da un avviso di accertamento dei primi anni del nuovo secolo! – vent’anni per avere una sentenza non è il giusto processo!

  Gazzetta Tributaria 71, 26/06/2023

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