COME SI INVENTA L’IMPONIBILE (Gazzetta Tributaria n.85/2023)

COME SI INVENTA L’IMPONIBILE (Gazzetta Tributaria n.85/2023)

85 – Una risposta dell’Agenzia lascia grandemente perplessi nell’applicazione della normativa sulla effettività delle prestazioni.

 

Una delle situazioni più complesse ai fini IVA è la corretta dimostrazione della effettività dell’operazione che contabilmente è rappresentata dalla fattura emessa.

La contestazione di operazione soggettivamente od oggettivamente inesistente è spesso in agguato, con complicazioni per la difesa e con conseguenze come minimo tragiche.

Ma anche l’Agenzia pare non abbia le idee chiare e nella risposta ad interpello n.405 del 31 luglio 2023 si esprime in modo non lineare, certamente complicando la vita, e le dimensioni finanziarie dell’operazione, alla parte privata che ha proposto l’interpello.

La situazione riguarda le conseguenze di un devastante incendio che ha distrutto un opificio sino a quel momento utilizzato in termini operativi da una società.

L’immobile era stato acquisito in leasing, ed al momento dell’incendio il contratto era in corso, con un certo numero di canoni ancora da corrispondere.

Il fabbricato dopo l’incendio è stato dichiarato collabente e classificato nella categoria catastale F/2, con ordinanza di demolizione e sgombero dell’area.

Semplificando la narrazione, in base alle clausole contrattuali la società conduttrice, debitamente assicurata, deve corrispondere alla società di leasing un “risarcimento” pari all’ammontare dei canoni residui che non saranno pagati non esistendo più il bene, e tale importo sarà versato sostanzialmente dalla compagnia assicurativa ma formalmente dalla società conduttrice.

Forse per scrupolo, o conoscendo i ragionamenti ministeriali, la società chiede all’Agenzia quale deve essere il trattamento fiscale dell’ammontare da corrispondere ed ecco la sorpresa: deve essere considerato corrispettivo, soggetto a IVA ordinaria e debitamente fatturato.

Anche se l’ammontare del risarcimento è certo (canoni non pagati) apparrebbe ovvio che si tratta di una situazione risarcitoria e non negoziale, e quindi un corrispettivo soggetto ad IVA ordinaria è un concetto che quanto meno stride: oltre tutto la compagnia assicuratrice non anticipa l’IVA, che per altro potrà essere detratta dalla società, ma con un certo imbarazzo finanziario.

Ma un normale interprete del mondo tributario si chiede qual è l’operazione che genera materia imponibile, dato che non vi è una esecuzione di servizi, non vi è la cessione del bene, sia pure distrutto, ma solo una chiusura di un contratto.

Eppure, nonostante il parere contrario della società, la risposta ufficiale afferma l’esistenza di un corrispettivo da fatturare ……… sarà operazione oggettivamente inesistente?

 

Gazzetta Tributaria 85, 31/07/2023

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