C’ERA UNA VOLTA LA LEGGE I recenti provvedimenti sui rinvii – marginali – sottolineano come lo strumento legislativo sia in disarmo. (Gazzetta Tributaria Edizione 14/2021)

C’ERA UNA VOLTA LA LEGGE I recenti provvedimenti sui rinvii – marginali – sottolineano come lo strumento legislativo sia in disarmo. (Gazzetta Tributaria Edizione 14/2021)

14 – I recenti provvedimenti sui rinvii – marginali – sottolineano come lo strumento legislativo sia in disarmo.

 

Siamo assillati da termini di scadenze di dichiarazione e versamento che la burocrazia (e l’Agenzia delle Entrate in questo eccelle!) sparge a piene mani nel corso dell’anno ed a volte nell’urgenza di un rinvio si bada più al contenuto dell’annuncio che alla forma dello stesso, ma negli ultimi giorni sembra che il Ministero dell’Economia (MEF) abbia esagerato: in circa 15 giorni 3 comunicati stampa annunciano che è in arrivo la proroga di certi termini e certe scadenze.

Ben vengano i rinvii, se necessari per armonizzare un provvedimento o sopperire ad un’emergenza, ma normalmente a questo si provvede con un minimo di anticipo e con un provvedimento di legge!

Invece nell’intervallo di tempo indicato gli annunci sono stati affidati a tre comunicati stampa ufficiali del MEF (n. 36,45 e 49) che segnalano che “…. è in corso di redazione ……”; in un altro caso che “… nel decreto sostegni verrà prevista la proroga …..” o infine “…. è in arrivo la proroga …..” senza che fino ad ora si sia visto un provvedimento.

Tre comunicati stampa, con il Sigillo di Stato e certamente attendibili, che auspicano e promettono ma che essendo le scadenze ineluttabili sono stati applicati come una regolare disposizione legislativa.

Il primo, (n.36) riguardava la scadenza di taluni pagamenti del 1° marzo 2021 e nonostante siano passati quindici giorni dalla data non ha ancora trovato lo spazio dove trasformarsi in legge; l’ultimo riguarda adempimenti comuni sulle fatture elettroniche e sulla consegna dei modelli di certificazione (noti come CUD) e risulta pubblicato sabato 13 marzo; aspettiamo fiduciosi che queste promesse vengano portate in qualche modo al vaglio del Parlamento.

Per altro siamo abituati, da oltre un anno, ad inseguire i DPCM e decreti simili che sono emanati al di fuori ed al di sopra del Parlamento, e riesce difficile comprendere come tutto questo si sposi con l’art.1 della nostra Carta Costituzionale che proclama che l’Italia è una Repubblica democratica: fuori o a latere del Parlamento non vi è molto spazio per l’esercizio della democrazia, almeno come l’avevamo intesa sui banchi dell’università.

In alcuni casi la resistenza ad un percorso “normale” dei provvedimenti è sorprendente: della criticità della scadenza di pagamento del 28 febbraio (slittata al 1° marzo per la giornata domenicale) si era cominciato a parlare ai primi del mese di febbraio; il nuovo governo era insediato e c’era tutto il tempo per un decreto legge che avrebbe avuto l’unanimità dei consensi; eppure alla sera di sabato 27 febbraio è uscito solo un comunicato stampa che annunciava il prossimo (quando?) rinvio del termine del giorno dopo!

Un vecchio proverbio affermava che fatta la legge, trovato l’inganno!

Ma se non si fanno più leggi non si può neppure sperare di essere più furbi!

 

Gazzetta 14, 15/03/2021

 

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