AL LUPO AL LUPO! (E POI SCUSE IMBARAZZATE) (Gazzetta Tributaria n.111/2023)

AL LUPO AL LUPO! (E POI SCUSE IMBARAZZATE) (Gazzetta Tributaria n.111/2023)

111 – L’Agenzia delle Entrate ha dovuto riconoscere che il programma automatico di verifica incrociata tra corrispettivi telematici e pagamenti elettronici non funziona, ma le contestazioni erano già partite.

 

Un principio sempre ripetuto e spesso (purtroppo) disatteso, e che dovrebbe essere di supporto al principio del Fisco Equo caro al Direttore Ruffini è quello della collaborazione e buona fede tra le parti.

Questo auspicio viene clamorosamente smentito dal comportamento di tutte le parti in causa, escluso il contribuente!, nella vicenda dei pagamenti telematici.

Riepiloghiamo per i non addetti: gli intermediari finanziari, banche, società di carte di credito, altre società devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i flussi di pagamenti di ogni singolo cliente, registrati tramite POS. Questo dato viene confrontato con l’ammontare dei corrispettivi e fatture elettroniche comunicato dal cliente nel sistema dell’Agenzia.

Essendosi verificati scostamenti sono state inviate decine di migliaia di lettere di contestazione (compliance) mettendo in allarme tutta la platea degli interessati perché i dati non tornavano ed i contribuenti erano in possesso di cifre, e flussi, diversi.

Con un comunicato stampa dell’11 ottobre 2023 l’Agenzia delle Entrate reagisce alle reiterate proteste delle categorie interessate affermando che gli intermediari finanziari obbligati alla trasmissione die flussi di incassi hanno commesso errori che la stessa Agenzia non poteva rilevare trattandosi di trasmissione di dati cumulati.

Quindi saranno verificati gli errori (che non sono del contribuente!)  e successivamente verranno inviate le comunicazioni di annullamento delle lettere di compliance già trasmesse.

Un pasticcio di dimensioni colossali che certamente non aiuta il rapporto di collaborazione tra le parti: è la dimostrazione che è prevalente il clima di sospetto nei confronti dell’operatore economico e che è certamente più facile gettare ad altri l’onere della prova contraria relativamente ad affermazioni a volte azzardate e comunque provvisorie.

Non è difficile immaginare lo sconcerto di chi ha ricevuto lettere di contestazione, ha scartabellato tra documenti e files per verificare i dati segnalati, ha magari accusato il professionista di cattiva gestione dei vari importi e si sente dire, dopo alcuni giorni: “Scusate, ci siamo sbagliati ma non è colpa nostra!”  (e di chi altri, visto che la lettera viene dall’Agenzia?).

Preoccupazioni, costi, ricerca di elementi di smentita, disagio di chi si sente accusato di errori e violazioni per una bolla di sapone con i responsabili del polverone sollevato che dicono: Ma non è colpa mia!

E dov’è la buona fede?

Certamente queste storture dovranno essere corrette dall’imminente riforma tributaria, ma soprattutto è necessario (ascolti vice ministro Leo) che si dia fiducia al contribuente, evitando di gridare Al Lupo, Al Lupo e magari poi riconoscere con un certo imbarazzo che, ammesso (e non è certo) che vi fosse un quattro zampe, forse si trattava di un piccolo chihuahua!

 

Gazzetta Tributaria 111, 12/10/2023

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