ADDEBITI INGIUSTIFICATI, MA INTERVIENE IL GARANTE (Gazzetta Tributaria n.33/2023)

ADDEBITI INGIUSTIFICATI, MA INTERVIENE IL GARANTE (Gazzetta Tributaria n.33/2023)

33 – Una prassi ritenuta scorretta di addebito di spese solo presunte viene stigmatizzato e posto nel nulla dal Garante del Contribuente.

 Per la seconda volta, in di una procedura promossa dal vostro redattore e che quindi possiamo riferire essendone direttamente parte, interviene il Garante Del Contribuente della Lombardia per stigmatizzare il comportamento dell’Ufficio Finanziario e dichiarare non dovute talune spese.

Oggi, con l’avvento inarrestabile della telematica la classica raccomandata cartacea, con busta, cartolina e francobolli è divenuta un mero cimelio, soppiantata dalla notifica via PEC che per espressa pronuncia legislativa ha lo stesso valore della raccomandata.

Richieste di documenti, inviti a comparire, liquidazioni di imposte, cartelle di pagamento, accertamenti e così via sono tutti atti che vengono notificati, validamente, tramite PEC, senza il costo dei francobolli, senza ricevute e senza altri costi.

Il servizio PEC, che è obbligatorio per tutti i professionisti, prevede un costo forfetizzato annuo per chi lo attiva (professionista, impresa o pubblica amministrazione) che non è variabile in base al numero degli atti trasmessi, ma non costa nulla per ogni inizio al mittente il messaggio.

Eppure sono stati rilevati atti dell’Amministrazione Finanziaria, notificati via PEC al difensore, che riportavano tra gli addebiti a carico de contribuente un “rimborso spese di notifica, generalmente di 8.75 euro” a fronte del quale non vi era invece alcun onere da parte dell’Amministrazione che chiedeva il rimborso.

Interpellato del problema il Garante del Contribuente della Regione Lombardia ha da ultimo emesso il decreto 291/2023 che in merito al riaddebito delle spese di notifica PEC concludela prassi in uso…è anomala e irragionevole e come tale, ai sensi dell’art.13 dello Statuto del Contribuente, idonea ad incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria”

Sono certamente dimensioni marginali in situazioni che magari muovono importi di migliaia di euro, ma se si considera che nel modo tributario vengono movimentati centinaia di milioni di atti ogni anno, e se anche solo un centesimo di questi conteneva l’addebito delle spese – inesistenti – di notifica PEC si tratta sempre di alcuni milioni di euro che venivano chiesti senza titolo.

Non ci stancheremo mai di ribadire che solo una corretta valutazione dei ruoli delle parti nel mondo tributario può portare ad una efficienza oggettiva dell’Amministrazione.

Soprattutto, come fa notare il Garante nel decreto, se per prima l’Amministrazione pone in essere un comportamento non consono, e una volta stigmatizzato questo comportamento persevera a sostenerne la correttezza viene meno la fiducia, perché è un tentativo, comunque, di far pagare qualche cosa di non dovuto al cittadino.

Ma così non va bene, e purtroppo ci è voluta una autorità a sostenerlo, non è ancora il Giudice a Berlino(!) ma quasi.

Gazzetta Tributaria 33, 13/03/2023

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