24 Lug DIALOGARE È SEMPRE PIU’ DIFFICILE! (Gazzetta Tributaria n.135/2025)
135 – Un decreto del MEF limita e complica le possibilità di consulenza giuridica.
Sembra che la paura del dialogo da parte dell’Amministrazione finanziaria sia talmente diffusa che vengono proposti “paletti” ed ostacoli anche alla forma più ufficiale dell’espressione dell’Agenzia, la “consulenza giuridica”
Questo tipo di informazione pubblica si differenzia dalla risposta ad interpello perché mentre il secondo affronta un caso specifico, e ne detta la soluzione, la consulenza giuridica affronta problemi di portata generale e la risposta non è considerata vincolante.
Con decreto del MEF del 25 giugno 2025 il Vice Ministro Maurizio Leo ha dettato le norme per accedere all’istituto, e per il suo funzionamento con una serie di limitazioni che renderanno sempre più rarefatto il ricorso a tale pronuncia.
Ricordiamo che la formalizzazione della consulenza giuridica è stata prevista dall’art.10-octies della legge 212/2000 (Statuto del Contribuente), come modificato dal D. Lgs.219 del 2023, e il decreto ministeriale in commento è l’attuazione pratica di tale modifica.
Viene sottolineato che la consulenza giuridica può essere richiesta solo da pubbliche amministrazioni, ordini professionali, associazioni sindacali, enti locali e la richiesta di parere non ha alcun risvolto sul decorso di eventuali termini giuridici.
Nel caso di richiesta valida l’Agenzia si riserva di rispondere entro 120 giorni (termine comunque ordinatorio!), prorogabile in caso di necessità di ulteriori pareri di altre amministrazioni.
È sorprendente che pur non essendo un parere vincolante e non comportando sospensione o differimento di termini processuali la richiesta di consulenza giuridica sconti il periodo di sospensione dei termini processuali di agosto, come se fosse un passo formale del processo!
Inoltre è altrettanto sorprendente notare un tono inquisitorio nel decreto, che impone consegna di documenti o sottoscrizioni certificate “a pena di improcedibilità” come se una consulenza giuridica fosse un’agevolazione per il postulante e non un affinamento di strumenti giuridici!
L’impressione, almeno ad una prima lettura, è che si voglia scoraggiare anche l’utilizzo di questo istituto, nell’errata convinzione della verità dogmatica di quanto applicato dall’Agenzia e quindi dell’alone di sospetto che accompagna ogni apertura al dialogo e al contradditorio.
Ma se, invece, inquadriamo anche questo momento nell’ambito della ricerca di un sistema tributario sempre perfettibile ma in crescita (quel famoso principio di collaborazione) non possiamo che augurarci che anche questo spazio informativo riesca, a regime, a semplificare l’adempimento di quel dovere costituzionale che è l’assolvimento della capacità contributiva ma che spesso si presenta di difficile attuazione.
Sarà nostra cura informare i lettori del funzionamento anche di questo nuovo istituto, nell’intento di costruire un mondo migliore e non affossarlo.
Gazzetta Tributaria 135, 24/07/2025
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